Deglutizione atipica e malocclusione
Il meccanismo della deglutizione si svolge attraverso una serie di contrazioni muscolari coordinate che hanno lo scopo di portare il bolo alimentare e i liquidi dalla cavità orale allo stomaco. È la risultante combinata di circa 20 muscoli tra masticatori e linguali ma non coinvolge mai i muscoli mimici. La deglutizione è una delle funzioni della vita inconscia che si ripete tra le 1400 e 2400 volte al giorno con una durata di circa un secondo.
Normalmente nella postura di riposo la lingua è contenuta all’interno delle arcate dentali, la faccia dorsale a contatto con la volta palatina e la punta si appoggia sul palato duro dietro gli incisivi superiori. Nella deglutizione atipica, invece si manifesta una sequenza più o meno scomposta di questi muscoli. Spesso la lingua spinge sui denti in posizione anteriore o posteriore, mono o bilaterale; i muscoli masticatori non vengono utilizzati completamente per portare i denti a contatto; la contrazione eccessiva del muscolo orbicolare soprattutto inferiore e del muscolo mentale, ecc.
Nelle deglutizioni atipiche, i fattori causali e i fattori concomitanti sono difficilmente classificabili per comprendere in modo assolutamente certo le anomalie del comportamento neuromuscolare. È un problema multifattoriale, cioè le cause sono diverse: disfunzioni osteopatiche (soprattutto in seguito a traumi al cranio o alla nascita con parti difficili), tonsille e adenoidi ipertrofiche, macroglossia, frenulo corto linguale e dieta priva di cibi duri. Più classicamente sono le abitudini viziate tipo suzione del pollice e lo svezzamento ritardato.
Particolare attenzione deve essere rivolta al tipo di allattamento dove i risultati delle ricerche fatte in proposito sono concordi nel definire l’allattamento artificiale la più probabile causa della deglutizione atipica: il flusso troppo rapido e abbondante del latte costringe la lingua a spostarsi in una posizione più avanzata per impedire il soffocamento.
Già più di un secolo fa è stata enunciata la teoria secondo la quale le arcate dentali, nella loro conformazione e posizione, sono il risultato dell’ equilibrio delle forze muscolari centripete (labbra e guance) e quelle centrifughe (lingua); questo equilibrio non è un dogma visto i molti aspetti da esplorare, ma la coesistenza delle deglutizioni atipiche e malocclusioni è sicuramente ben dimostrata. La malocclusione che si associa più frequentemente è il morso aperto, sia dentale che scheletrico, oppure i denti possono assumere particolari inclinazioni a causa del prevalere della forza della muscolatura linguale.
Quindi occorre dare più importanza alla posizione di riposo della lingua e alla deglutizione, perché per essere nella norma deve occupare la posizione fisiologica per almeno 20 ore e muoversi in modo corretto. Infatti a ogni deglutizione la lingua esercita una spinta di circa kg 1,5 sulle strutture circostanti. Se il movimento è corretto verranno “spinte” le strutture giuste nel giusto modo e quindi si avrà uno sviluppo corretto delle arcate dentali e delle relative basi ossee, altrimenti si verificheranno le anomalie di posizione e sviluppo suddette.
Infatti il concetto è che una forza, anche se leggera, applicata di continuo, può spostare i denti. Ma si può considerare leggera l’azione di una forza di kg1,5 x 1400 – 2400 volte quanti sono gli atti deglutitori nell’arco di 24 ore?
E’ per questo che, in caso di disfunzione linguale, viene eseguito un trattamento rieducativo con l’obbiettivo di ridare alla lingua la corretta posizione di riposo destrutturando il vecchio e scorretto schema motorio in uno corretto.
In tal modo si persegue il fine di favorire il corretto sviluppo scheletrico del cranio, ottimizzare l’utilizzo dell’apparecchio ortodontico nei bambini ed evitare le recidive postortodontiche. Nell’adulto, tali trattamenti aiutano a ridurre i dolori nel distretto cranio cervico mandibolare, negli anziani danno la possibilità di deglutire anche cibi più solidi.